Sono un buon genitore

Sono un buon genitore? scopriamolo insieme

Molto spesso ci si chiede se la nostra condotta come genitori sia da considerarsi, non dico da “ manuale”, ma per lo meno degna di lode e di approvazione, qualora fosse osservata esternamente da un occhio esperto , da persone del settore, conoscitrici di quei requisiti che rendono  un padre o una madre un genitore speciale.

È inutile dire che nessuna famiglia è perfetta e che tutti, ma proprio tutti , hanno i loro difetti e di certo, crescere con persone che sanno trasmettere affetto nel rispetto dei giusti principi educativi è molto meglio che vivere tra le mura lussuose di un palazzo dorato dove regna freddezza ed indifferenza e dove le regole non si sa nemmeno cosa siano!!!!

Un giorno una mia cara amica mi confida di non sentirsi in grado di capire quali siano i talenti e le inclinazioni della figlia: ”di norma io guardo i suoi libri e i suoi quaderni, i disegni che fa e parlo con le insegnanti ma mi chiedo sempre se io per lei sia una brava mamma, se sia la persona giusta e se con un’altra al mio posto  avrebbe un appoggio maggiore o……”

Ho espresso con gioia con lei il mio pensiero: già il fatto che una persona si chieda se è un bravo genitore significa che lo è!!!! 

Se così non fosse, i suoi pensieri sarebbero altrove e non a quello che di meglio vuole fare per i figli!!!

Naturalmente poi, per avere consigli, per comprendere meglio il talento e le inclinazioni dei figli, ci si può avvalere del supporto degli insegnanti..

Il punto di partenza…le regole

Ci sono comunque delle condizioni necessarie ma non sufficienti da rispettare, dei punti di partenza su cui potere impiantare il proprio sistema educativo, le “ fondamenta” di quello che sarà il metodo di ciascuno di noi….le regole!!!

Quali sono? Stare tutti seduti a tavola almeno a cena, non alzarsi prima che tutti abbiano finito, chiedere sempre per favore e grazie, stabilire un tempo massimo per l’uso di strumenti tecnologici … le regole non devono essere tante ma chiare per tutti e bisogna sapersi armare di tanta costanza per fare di tutto perché vengano rispettate, è facile infatti cedere o farsi prendere dallo sconforto in caso contrario… Non molliamo!

Sono giusto i pilastri, non si tratta in fondo di un codice civile!!!!

In caso abbiate dei figli che mal sopportano le regole, (cosa che capita di frequente), fategli capire che non sono state create per cattiveria o per rendere meno piacevole la vita ma, al contrario, per semplificarla, perché se non esistessero,  non si potrebbe più organizzare niente senza imbattersi in inutili perdite di tempo e spreco di energie.

Come impostare il rapporto con i propri figli….

Occorre fin da piccoli impostare correttamente il rapporto con i figli ed il primo dei principi su cui tale rapporto deve basarsi è racchiuso in una parola che esprime  pienamente tutto…. rispetto.

Mi risuona, a tal proposito, nella mente, una delle frasi, con cui sono stata  cresciuta e che tuttora mi ritrovo a ripetere ai miei figli, non perché io sia mentalmente limitata di fantasia, ma perché con gli anni che passano e maturando, si deve ammettere che quello che ci veniva ripetuto spesso era vero: ” La tua libertà finisce dove inizia la libertà degli altri…”.

Questa , che,  ad una prima lettura può sembrare una frase lapalissiana, in realtà ha un messaggio semplice ma molto efficace che arriva ai bambini in modo profondo e inequivocabile e che tuttora , da adulta, considero quando devo prendere una decisione importante.

In effetti se la mia scelta nulla ha a che vedere con il limitare i diritti altrui, se non priva nessuno di qualcosa di così importante da dover essere riconsiderata, poco importa se tale scelta viene poi capita e apprezzata da tutti in quanto “ personale” ma giusta.

Nel caso della famiglia, il rapporto con i nostri figli dev’essere impostato in un equilibrio perfetto di rispetto reciproco in cui ogni parte deve essere considerata con la stessa importanza,  indipendentemente dall’eta’ e dall’apparente motivazione che muove le singole azioni.

Un bambino va rispettato,  infatti , nei suoi sentimenti, talvolta così forti e profondi, senza sminuirne l’importanza, anche se in apparenza possono sembrarci determinati da cose in apparenza banali ma che acquistano per loro un significato diverso, speciale….grande .  Un esempio? … l’amore che hanno verso il pupazzo preferito o verso la copertina (…di Linus ), che si portano a letto.

Si  tratta di di oggetti inanimati ma che per la vicinanza affettiva, loro tendono ad umanizzare divenendo veri compagni d’infanzia e soffrendo enormemente in caso si rompano o si perdano…… la portata della sofferenza è molto alta!!!!!

Questione di rispetto

Il rispetto deve esistere anche da parte dei figli verso i  genitori, i figli non devono “schiavizzare“ i genitori, facendoli cadere in una rete dove il loro ruolo principale sembra essere solo il soddisfacimento di continue richieste, ma devono rispettare anche gli spazi minimi vitali dei genitori e capire che anch’essi hanno delle esigenze.

Dobbiamo essere accoglienti  ma non arrendevoli.!!!

Esisteranno i Si ed esisteranno i No, cercando nel tempo di ragionare insieme ai figli, sulle situazioni e sui problemi, mantenendo coerenza reciproca tra genitori. Un perfetto equilibrio di responsabilità dove si deve cercare il più possibile di non contraddirsi l’un l’altro nelle risposte ma chiarendosi eventualmente le idee in separata sede, per non sminuire l’autorevolezza di ciascuno nei confronti dei figli.

Non bisogna essere freddi ma disponibili verso i figli , non bisogna però nemmeno essere loro amici ma dolcemente determinati, assertivi, e senza doversi giustificare per tutto, cercare comunque di fargli comprendere i motivi che vi hanno portato a determinate decisioni che li riguardano.

Altri principi? Certo, sono qui apposta!

La famiglia è come una Squadra!

Un cardine è costituito sicuramente dalla Collaborazione e sano realismo in famiglia, per cui vige il principio: ”Tutti per uno, uno per tutti!!!”.

La famiglia è una squadra” dove tutti devono essere pronti a collaborare e a darsi una mano, non solo nei momenti di difficoltà ma nella quotidianità della vita dove di giorno in giorno i problemi non mancano mai!

E poco importa se la famiglia fortunatamente è ancora tutta unita o se ci sono state separazioni, il principio può comunque essere applicato anche nelle famiglie allargate.

Cosa intendo per sano realismo?

Crescere i figli in una realtà e in una mentalità propria, di “ casa”, ma che al tempo stesso non li estranei dal mondo esterno, dove poi dovranno vivere con problematiche concrete. Cosa ovvia?

Non tanto!!!  Troppo spesso vedo ancora genitori che non vogliono che compagni di scuola dei figli parlino loro dell’esistenza di guerre nel mondo (potrebbero impressionarsi), e si rivolgono alle insegnanti in caso questo accada. Oppure volontariamente non dicono ai figli di essere stati dal medico (si preoccuperebbero), o di non riuscire a fare una cosa per motivi legati alla situazione economica o semplicemente perché non si sentono di farla…Perché? Siamo forse dei supereroi?

No, se ci sono motivi per cui non si può o non si vuole fare  qualcosa, occorre dirlo, devono abituarsi che anche i genitori hanno delle esigenze e che nella vita i problemi esistono qualche volta e che bisogna affrontarli e cercare di risolverli.

Cosa faranno altrimenti nella vita quando avranno situazioni da affrontare e crederanno di essere sfortunati  perché in passato non era così e ai loro occhi i problemi non esistevano?

Naturalmente le cose vanno dette con le opportune modalità e con un certo riguardo e buon senso. I problemi e le situazioni si possono dire e spiegare. Attenzione però a non ribaltare su di loro lo stress e le frustrazioni che da questi scaturiscono, non sono adulti e il peso emotivo di reggere cose più grandi di loro può portare poi a crescere nell’ansia e questo ovviamente non è sano ne costruttivo.

Aiutiamoli ad aiutare se stessi…..insegniamogli l’Autonomia!!!!

Qualche volta sentiamo dire da amici e conoscenti che in televisione, esperti  hanno parlato del rapporto con i figli e del fatto che non bisogna aiutarli nello svolgimento dei compiti così come nelle mansioni che devono adempiere: dalla borsa dello sport alla cartella e così via…È proprio così?

Siamo certi?

Personalmente ritengo che i figli debbano essere “ seguiti” o meglio “ aiutati ad aiutare se stessi”.

Come dei consulenti in azienda, noi genitori dobbiamo aiutarli a capire dove sorgono i problemi e infondergli fiducia, le difficoltà con il nostro sostegno e la nostra guida si possono superare. Il termine stesso, educare, deriva dal latino, educere (tirar fuori), e noi, come genitori e quindi educatori, dobbiamo tirar fuori il meglio da loro, aiutandoli, senza che però si adagino e cerchino la “ pappa pronta”, ma guidandoli verso una progressiva autonomia.

L’autonomia, nel tempo dovranno acquisirla anche nelle scelte. I consigli degli altri nella vita saranno utili ma non dovranno far dipendere le loro decisioni dall’influenza altrui ma conservare sempre una sana autonomia di giudizio.

Non ti curar di lor ma guarda e passa” , diceva sempre mia mamma, frase proverbialmente derivata dal verso dantesco “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa“.

E chi meglio di Dante Alighieri può esprimere meglio questo concetto??

Ascoltare ma non dipendere dal giudizio altrui , altrimenti si  finirebbe per “sopravvivere”, preoccupandosi troppo di quello che pensano gli altri di noi e non di vivere la nostra di vita.

“ Non si può piacere sempre a tutti, l’importante è essere educati e civili, se poi non veniamo sempre approvati, facciamocene una ragione, ”dico sempre ai miei due figli.

Se dovessimo sempre dare ragione a tutti quelli con cui siamo ogni volta, che personalità avremmo?

Ci sono molte altre cose da dire! Ehi? Ci sei ancora?

Scherzo!

 Le cose certo sarebbero infinite, ma c’è una persona che mi sta molto a cuore, che un giorno mi ha detto parlando, che la sintesi non è un dono innato ma un duro lavoro,  perché’ bisogna cercare di esprimere tutti i concetti fondamentali e nella completezza non fare comunque un sermone, “ ho cercato di stringere Dany!”

Dedico questa mia mini-guida alla mia, di mamma, grazie alla quale ( con i dovuti tempi), ho capito tante cose sulla vita e sono diventata la donna che sono.

Francesca